Patologie

Ictus cerebrale

L’ictus cerebrale costituisce la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale, e la prima causa di disabilità negli anziani. Nel 35% dei pazienti colpiti da ictus, globalmente considerati, residua una disabilità grave.
La prevalenza dell’ictus cerebrale aumenta con l’età. Dal 1990 al 2010 la prevalenza dell’ictus cerebrale ha subito un progressivo aumento. 
In Italia, la prevalenza generale dell’ictus cerebrale è pari al 6,5%.
L’Ictus (stroke), che può avere un’origine ischemica o emorragica, consiste in una improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit focale e/o globale (coma) delle funzioni cerebrali di durata superiore alle 24 ore o ad esito infausto, non attribuibile ad altra causa apparente se non a vasculopatia cerebrale. 

Fattori di rischio

Non modificabili: 

  • Età
  • Fattori genetici
  • Fattori etnici
  • Storia di gravidanza patologica per eventi ostetrici negativi
  • Menopausa precoce 

Modificabili: 

  • Ipertensione arteriosa
  • Ridotta attività fisica
  • Fibrillazione atriale e altre cardiopatie
  • Diabete mellito
  • Dislipidemia
  • Obesità
  • Iperomocisteinemia
  • Stenosi carotidea
  • Fumo
  • Eccessivo consumo di alcool
  • Dieta
  • Anemia a cellule falciformi

Trattamento

La presa in carico del paziente da parte dell’équipe della Stroke Unit, l'unità di ricovero subintensiva dedicata alla cura nelle fasi iperacute di pazienti affetti da ictus cerebrale, rappresenta il core dell’intervento riabilitativo. 
In pazienti con ictus è raccomandato già dalle prime 24 ore attuare interventi di mobilizzazione e attività riabilitative, se non sussistono controindicazioni al programma.
In tutte le fasi dopo l’ictus è raccomandato un trattamento riabilitativo basato sui principi di intensità, ripetitività e task-oriented volto al recupero funzionale e al ricondizionamento allo sforzo. 
Un’adeguata presa in carico offre al paziente livelli di intensità del trattamento riabilitativo adeguati alle condizioni cliniche ed alle potenzialità di recupero attraverso un progetto riabilitativo individuale (PRI) articolato in programmi applicati dalle varie figure professionali che compongono l’equipe di riferimento del paziente.
Nei trattamenti fisioterapici è raccomandata l’esecuzione regolare di esercizi aerobici al fine di migliorare le abilità del cammino e la resistenza allo sforzo in persone con post ictus. I pazienti devono tuttavia essere sottoposti ad una competente valutazione fisioterapica al fine di impostare l’esercizio aerobico più adeguato alle loro condizioni cliniche.
Per pazienti selezionati è indicato proporre approcci che incorporino la motor imagery (MI), l’action observation (AOT) e ove disponibile la realtà virtuale (VR) per migliorare soprattutto la performance motoria dell’arto superiore paretico.
La riabilitazione mira al recupero funzionale degli aspetti motori, di quelli cognitivi e attentivi e al reinserimento del paziente alle attività della vita quotidiana.
Il trattamento è volto a potenziare il livello di consapevolezza e di motivazione, a favorire l’autonomia, a promuovere strategie di compenso e a educare i familiari all’utilizzo delle modalità più adeguate di gestione della disabilità emergente e all’implementazione delle strategie proposte dell’équipe.
Risulta essere essenziale per una presa in carico globale ed efficace la partecipazione attiva del paziente e quella dei suoi familiari.

Suggerimenti dopo il rientro al domicilio

Quando sospettare una recidiva cerebrovascolare?

Nei casi di patologia cerebrovascolare (ictus ischemico o emorragico, attacco ischemico transitorio o TIA), nonostante l’adozione di adeguate strategie di prevenzione delle recidive, esiste una percentuale di casi nei quali è possibile il verificarsi di nuove manifestazioni neurologiche. In questo caso è consigliabile rivolgersi il prima possibile direttamente al Pronto Soccorso di un ospedale attrezzato per la cura delle malattie cerebrovascolari (dotato di Stroke Unit, come per esempio Fondazione Poliambulanza).
Il seguente schema, tratto da linee guida internazionali, può servire a riconoscere precocemente i segni di una recidiva cerebrovascolare.
I sintomi vanno tenuti in considerazione quando compaiano improvvisamente modificando le condizioni cliniche abituali del paziente: la scala ha comunque un valore puramente indicativo.


Nel caso invece, in seguito ad un ictus,  sia già presente un danno neurologico evidente, il sospetto di recidiva può sorgere qualora si verificasse un netto peggioramento dell’abituale stato neurologico (peggioramento di una paralisi, comparsa di nuove manifestazioni a carico degli organi di senso o delle capacità mentali).

Anche quest'anno siamo<br/><strong>in Champions</strong>.

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Ictus cerebrale


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