Cure Mediche

Coronarografia

Cos’è

La coronarografia, detta anche angiografia coronarica, è un esame radiologico diagnostico invasivo che permette di analizzare, su un monitor e in tempo reale, il flusso di sangue all'interno delle Coronarie; i vasi arteriosi che ossigenano il cuore e che lo circondano come una corona.

 

Quando si esegue

La coronarografia viene indicata per verificare lo stato del circolo coronarico nei pazienti con sospette malattie coronariche, in quelli che hanno sofferto di un precedente infarto al miocardio e in quelli che presentano sintomi derivanti da probabili problemi al muscolo cardiaco o alle valvole, come dolore toracico, dispnea.

Consente di stabilire se le coronarie sono libere oppure ostruite da coaguli, restringimenti (stenosi) o placche di colesterolo (ateromi). È utile anche per valutare le possibili complicazioni di un intervento chirurgico.

Il medico può prescrivere una coronarografia in presenza di:

  • Una coronaropatia, ovvero una malattia delle arterie coronarie
  • Un dolore al petto
  • Difetti congeniti del cuore
  • Insufficienza cardiaca
  • Difetti delle valvole cardiache, tali per cui è necessario intervenire chirurgicamente
  • Dolori sospetti e non spiegati alla bocca dello stomaco, a un braccio, alla mandibola o al collo
  • Problemi cardio-vascolari diversi da quelli sopraccitati.

A causa della sua invasività (seppure bassa), l'esecuzione della coronarografia avviene solo se strettamente necessario e solo se gli altri test diagnostici non invasivi, come l'elettrocardiogramma, l'ecocardiogramma, i test da sforzo ecc., suggeriscono la presenza di un problema alle coronarie.
 
La coronarografia è una procedura invasiva per tre motivi: per l'introduzione e la conduzione di un catetere attraverso i vasi arteriosi, per l'utilizzo del liquido di contrasto e, infine, per l'esposizione ai raggi X. Poiché la coronarografia è potenzialmente pericolosa, va svolta solo dopo una preparazione adeguata e monitorando continuamente il paziente.

L’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate riduce di gran lunga i rischi dell’esame e permette di ottenere immagini della funzionalità circolatoria minimizzando l'uso del mezzo di contrasto.

 

Procedimento
La procedura è caratterizzata da vari momenti: monitoraggio delle funzioni vitali, inserimento di un catetere nel sistema vasale arterioso, scansione ai raggi X e, infine, osservazione. L’esecuzione della coronarografia ha una durata media di 20-30 minuti. 
 
La coronarografia viene eseguita in anestesia locale e non comporta dolore per il paziente.
Una volta fatto accomodare sul tavolo radiologico, dove avverrà la coronarografia, il paziente può essere sedato, per favorirne il rilassamento, ma mantenuto cosciente.
Successivamente inizia il monitoraggio delle funzioni vitali. Il paziente, quindi, viene collegato a una serie di strumenti per la misurazione della pressione sanguigna, del battito cardiaco e della saturazione dell'ossigeno nel sangue.
Conclusa la sedazione e iniziato il monitoraggio, il medico introduce un piccolo catetere attraverso un taglio effettuato in genere a livello dell’arteria radiale – la principale dell’avambraccio, all’altezza del polso – o, meno spesso, a livello dell’arteria femorale e fatto scorrere fino al raggiungimento delle arterie coronarie principali. 
Si risale poi fino al cuore, si posiziona il catetere all’imbocco della coronaria e si inietta il mezzo di contrasto, così da opacizzare il decorso dell’arteria stessa e permettere la visualizzazione delle eventuali ostruzioni. La visualizzazione della procedura viene seguita su uno schermo.
Una volta tolto il catetere una semplice compressione sull’arteria femorale ferma il sangue e permettere il formarsi di un coagulo che chiude il piccolo foro di ingresso utilizzando poi una benda elastica. Non sono necessari punti. Il paziente viene dimesso nel giro di 24 ore.
 
Il passaggio del catetere, attraverso le arterie, non causa generalmente alcun dolore particolare; tuttavia, se dovesse farsi sentire in qualche modo, è bene avvisare il personale medico.
Il rilascio del liquido di contrasto, invece, può provocare, in casi molto rari, una sensazione molto particolare, simile a una vampata di calore improvvisa (flashing).
Al termine della coronarografia, il paziente viene spostato in una sala di ricovero del centro ospedaliero e posto sotto osservazione precauzionale alcune ore. 

Se le condizioni del paziente sono stabili, le dimissioni hanno luogo il giorno dopo l'esame.

 

Rischi e controindicazioni
Come ogni procedura di cateterismo cardiaco, anche la coronarografia è potenzialmente pericolosa. Essa, infatti, può comportare, in rari casi, le seguenti complicazioni:

  • Attacco di cuore o infarto
  • Ictus
  • Lesione di una delle arterie in cui passa il catetere
  • Reazione allergica al liquido di contrasto o a uno dei medicinali usati durante l'intervento
  • Danno renale. Il danno ai reni è dovuto al liquido di contrasto, il quale ha degli effetti tossici
  • Comparsa, a fine esame, di un'aritmia cardiaca. È dovuta al passaggio nelle coronarie del catetere, che in qualche modo "scombussola" la normale attività cardiaca.
  • Eccessiva perdita di sangue da dove si è inserito il catetere
  • Infezioni di vario genere a carico della ferita

Alcune di queste circostanze, specie le più gravi (attacco di cuore e ictus), sono abbastanza rare.
La coronarografia prevede un’esposizione ai raggi X e quindi deve essere evitata in donne in stato di gravidanza.

La coronarografia permette al medico di vedere molto chiaramente cosa non va all'interno delle arterie coronarie, rileva se e quanto sono occlusi i vasi coronarici e dove risiede di preciso l'occlusione. Inoltre, offre la preziosa possibilità di ricorrere immediatamente a un'angioplastica, perché ha con quest'ultima diversi aspetti procedurali comuni.
Sul piatto della bilancia, tuttavia, vanno messi non solo i vantaggi ma anche gli svantaggi: la coronarografia è un esame invasivo e potenzialmente pericoloso, che va eseguito solo se necessario.
 

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