La cefalea, comunemente chiamata mal di testa, è uno dei disturbi neurologici più diffusi con una prevalenza media globale del 45% circa nei paesi industrializzati. L’insorgenza del disturbo si verifica nell’80% dei casi prima dei 40 anni di età.
Può manifestarsi in forma occasionale o ricorrente e variare per intensità, durata e sintomatologia.
Si distinguono due grandi categorie:
Tra le cefalee primarie le principali forme sono rappresentate dall’emicrania (con e senza aura), dalla cefalea di tipo tensivo e dalla cefalea a grappolo.
L'emicrania colpisce il 15-20% della popolazione generale con una maggior incidenza nelle donne (rapporto donne: uomini di 3:1) ed è più comune nel range di età tra i 30 e 39 anni.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’emicrania è tra le principali cause di disabilità a livello globale, in particolare nella fascia di età lavorativa, sia in termini di riduzione della produttività (perdita di giornate lavorative, ridotta efficienza…) che di qualità di vita (dolore, ansia anticipatoria, forte impatto emotivo su chi ne soffre e sui familiari…).
Ogni tipo di cefalea ha solitamente delle caratteristiche ben precise che la contraddistinguono per durata, intensità, localizzazione, sintomi associati; pertanto, tramite i criteri diagnostici riportati nella Classificazione Internazionale delle Cefalee (ICHD), diventa possibile identificare e classificare i diversi tipi di mal di testa di modo da garantire una diagnosi accurata ed un trattamento adeguato.
Emicrania: dolore moderato-severo che può perdurare sino a 72 ore, di tipo pulsante, spesso localizzato su un solo lato della testa, associato a nausea, vomito, sensibilità alla luce e ai rumori. In alcune persone il dolore può essere preceduto da sintomi visivi o sensitivi, chiamati aura.
Cefalea tensiva: dolore bilaterale, costrittivo o gravativo, di intensità da lieve a moderata. Può essere associato a rigidità del collo e dei muscoli del capo.
Cefalea a grappolo: dolore molto intenso, unilaterale, localizzato nella regione oculare o temporale, spesso accompagnato da lacrimazione, congestione nasale o rossore oculare. Gli attacchi, che hanno una durata massima di 3 ore e sono molto invalidanti, si presentano a intervalli regolari, anche più volte al giorno, per settimane o mesi.
La diagnosi di cefalea si basa principalmente sull’anamnesi e sull’esame obiettivo completo.
Gli esami strumentali (es. TC o RM encefalo, esami del sangue) vengono richiesti qualora ci sia il sospetto di cefalea secondaria ovvero in presenza dei cosiddetti campanelli d’allarme (es. cefalea improvvisa con caratteristiche differenti dalle abituali, cefalea post traumatica, cefalea che insorge per la prima volta dopo i 50 anni d’età, cefalea in gravidanza o nel post partum, cefalea associata a deficit neurologici).
La maggior parte delle cefalee primarie può essere gestita efficacemente con un trattamento mirato e un corretto stile di vita.
È importante monitorare la possibile evoluzione verso forme croniche valutando la frequenza degli attacchi, la risposta alla terapia e l’eventuale abuso di farmaci; a tal fine vengono utilizzati strumenti di supporto, come il diario della cefalea.
Il trattamento della cefalea ha due obiettivi principali:
Le terapie sintomatiche prevedono l’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o specifici per l’emicrania come i triptani. Nei casi in cui questi non siano indicati o inefficaci, possono essere utilizzati i ditani o i gepanti, farmaci di nuova generazione.
Le terapie preventive prevedono l’utilizzo di:
Oltre agli approcci farmacologici, la modifica dello stile di vita ha un ruolo fondamentale nella prevenzione della cronicizzazione della cefalea; particolare interesse ricoprono la regolarità del ritmo sonno-veglia, una corretta idratazione ed alimentazione e lo svolgimento di attività fisica.
È consigliato rivolgersi a un neurologo o a un ambulatorio dedicato se:
L’Ambulatorio dedicato alle Cefalee di Fondazione Poliambulanza, svolto in regime di SSN, permette ai pazienti che soffrono di mal di testa di avere una valutazione accurata e un supporto completo.
Il primo passo è sempre un’attenta raccolta della storia clinica, fondamentale per fare una diagnosi precisa.
Una volta identificato il tipo specifico di cefalea sia tra le cefalee primarie che secondarie, l’ambulatorio si occupa di elaborare un piano terapeutico personalizzato.
Il paziente riceve non solo una terapia farmacologica sintomatica e/o profilattica (terapia farmacologica orale e tossina botulinica), ma viene anche aiutato a comprendere quali cambiamenti può fare nel suo stile di vita per ridurre gli attacchi.
Il paziente viene monitorato nel tempo tramite controlli periodici, volti a valutare l’efficacia della terapia ed apportare eventuali modifiche al trattamento. Questo approccio ha l’obiettivo di prevenire la cronicizzazione della cefalea e l’uso eccessivo di farmaci sintomatici oltre a favorire una migliore conoscenza della propria condizione da parte del paziente, promuovendo una gestione autonoma della stessa e, di conseguenza, un miglioramento della qualità della vita.
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