Insieme ad ovaie, tube di Falloppio, vagina e vulva, l’utero fa parte dell’apparato riproduttivo femminile. A livello anatomico è composto da due parti, una superiore più voluminosa e ampia, lunga circa 4 centimetri, chiamata corpo dell’utero, e una inferiore, più piccola e ristretta e collegata alla vagina, chiamata cervice uterina o collo dell’utero.
A sua volta composta da due porzioni, una vaginale (o “esocervice”) e una sopravaginale (o “endocervicale”), la cervice assolve diverse funzioni:
Quando le cellule che rivestono la cervice uterina vanno incontro a degenerazione maligna, si può formare un tumore della cervice uterina; a seconda delle cellule colpite questo tumore sarà:
Entrambe le forme di tumore della cervice hanno il vantaggio di essere prevenibili o comunque curabili efficacemente se diagnosticate in fasi precoci. Questo è reso possibile sia dalla natura della malattia, che ha un’evoluzione molto lenta caratterizzata dalla progressiva modificazione della mucosa che riveste il collo dell’utero, sia dalla diffusione di strumenti di screening (in particolare il pap test) che sono in grado di diagnosticare precocemente tale modificazione.
Tra le cause del tumore del collo dell’utero (o tumore della cervice uterina) la principale è l’infezione da papilloma virus (HPV) e in particolare dai ceppi 16 e 18. Questo virus infatti comprende oltre 100 varietà, 40 delle quali sono predisposte ad attecchire e proliferare nell’apparato genitale. Nella maggior parte dei casi l’esito dell’infezione è benigna, si manifesta con piccole eruzioni cutanee come le verruche e regredisce in modo spontaneo. In casi molto più rari l’infezione può invece evolvere in una forma tumorale.
L’infezione da HPV si trasmette per via sessuale ed è difficilmente prevenibile in quanto nemmeno il preservativo ne impedisce la diffusione. Ad oggi l’unico strumento di prevenzione è rappresentato dal vaccino anti-HPV, disponibile in versione:
Entrambi i vaccini sono altamente efficaci se somministrati prima del contagio da HPV, che generalmente avviene subito dopo l’inizio dell’attività sessuale. Le ragazze sono solitamente vaccinate tra gli 11 e i 12 anni.
Altri fattori di rischio nell’insorgenza del tumore del collo dell’utero sono:
Il tumore della cervice uterina è asintomatico nelle fasi iniziali. Successivamente si possono presentare:
La diagnosi del tumore della cervice uterina avviene principalmente tramite pap-test, un esame citologico di screening che consente di individuare l’alterazione delle cellule uterine che precede l’insorgenza del tumore. Andrebbe eseguito ogni 2 anni a partire dai 25 anni d’età o dopo l’inizio dell’attività sessuale.
Se il pap-test dà esito positivo e viene evidenziata un’infezione da HPV, è possibile procedere con due accertamenti:
Accertata la presenza del tumore, si procede poi con Tac, risonanza magnetica o Pet, per determinare la stadiazione della malattia, che dipende dalla sua estensione.
Il trattamento previsto in caso di tumore della cervice dipende dallo stadio e quindi dall’estensione del tumore stesso. Le possibili opzioni sono: chirurgia, chemioterapia e radioterapia.
Nei casi in cui la malattia è agli stadi iniziali, e quindi circoscritta, si procede generalmente con l’asportazione chirurgica della zona interessata. Se invece il tumore è molto esteso e si è infiltrato negli strati più profondi della cervice può essere necessario asportare l’intero utero (isterectomia). Talvolta a questa asportazione è necessario associare quella di ovaie e tube di Falloppio.
L’intervento può essere seguito da una o più sessioni di radioterapia, sia interna che esterna. Per rendere le cellule tumorali più sensibili alla radioterapia, talvolta le pazienti vengono sottoposte anche a chemioterapia. Questa opzione terapeutica è utile anche per il trattamento di tumori della cervice uterina in stadi avanzati con l’obiettivo di alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita.
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