Capsula endoscopica: Poliambulanza partecipa all’indagine sull’utilizzo in Italia

Capsula endoscopica: Poliambulanza partecipa all’indagine sull’utilizzo in Italia

mercoledì 21 febbraio 2018

La capsula endoscopica è un dispositivo monouso, ingeribile, dotato di una o due telecamere che acquisiscono immagini dell’intestino mentre lo percorrono sfruttando la sua naturale peristalsi. Ad oggi è la soluzione diagnostica più moderna, sicura e tecnologicamente avanzata disponibile per la visualizzazione dell’apparato digerente e in particolare del piccolo intestino (composto da duodeno, digiuno e ileo). Particolarmente indicata in caso sanguinamento dell’apparato digerente oscuro non a carico dell’esofago, dello stomaco e del colon e in tutti i casi non rilevabili con colon e gastroscopia, la capsula endoscopica ha negli anni ampliato il suo spettro di utilizzo: attualmente viene impiegata anche quando c’è una celiachia che non risponde al trattamento, nei casi di malattia di Crohn difficili da diagnosticare (con particolare, ma non unica, attenzione a quella che colpisce l’intestino tenue), in caso di malattie genetiche che possono portare al tumore dell’intestino, come la Sindrome di Peutz-Jeghers, o se si sospetta la presenza di polipi. 

È disponibile in quattro modelli, ciascuno ottimizzato per un preciso segmento o patologia gastrointestinale (intestino tenue, intestino crasso, tratto gastrointestinale superiore, malattia di Crohn) in base al tipo d’indagine richiesta.

Nonostante l’utilità e la versatilità, la capsula endoscopica, lanciata nel nostro Paese nel 2001, risulta oggi sottoutilizzata: circa 7.500 casi l’anno contro i 25.000 francesi. Questo sebbene gli italiani siano stati tra i primi a impiegarla.

Nei prossimi mesi verranno pubblicate le Linee Guida Tecniche Europee (anche grazie al contributo di Specialisti gastroenterologi della Poliambulanza), che forniranno indicazioni formali su come eseguire, nel modo più efficace ed efficiente possibile, l’enteroscopia con capsula endoscopica nella pratica clinica. In attesa di queste indicazioni, Medtronic, una tra le più grandi aziende al mondo di tecnologie mediche e servizi per la salute, che ha di recente lanciato una specifica capsula per la diagnosi dei casi più gravi di malattia di Crohn, ha voluto scattare un’istantanea dell’attuale situazione italiana in termini di modalità pratiche di esecuzione della procedura tramite un’indagine conoscitiva che ha coinvolto 120 centri in Italia tra cui Fondazione Poliambulanza.

A partire dai dati raccolti, verrà effettuato un confronto completo con le Linee Guida Tecniche Europee, una volta che saranno definitive e pubblicate ufficialmente. Lo scopo è analizzare in dettaglio le motivazioni alla base delle eventuali discrepanze fra il comportamento dei Centri Italiani e le indicazioni europee, in modo da mettere in atto processi di miglioramento e di ottimizzazione della procedura. L’obiettivo è andare a riproporre nel tempo (a distanza di 2-3 anni dalla pubblicazione delle Linee Guida) il medesimo questionario, in modo da verificarne la ricezione e le modalità di implementazione.