“Rifiorirai e sarai bellissima”: la mostra di Elena Moletta dedicata alla lotta contro il cancro al seno

“Rifiorirai e sarai bellissima”: la mostra di Elena Moletta dedicata alla lotta contro il cancro al seno

giovedì 16 dicembre 2021

Condividiamo la testimonianza di Elena Moletta, una donna, un architetto, una mamma, con una diagnosi di malattia, un tumore al seno dal quale è guarita e che ha voluto raccontare attraverso una tela e degli acquarelli. 
Disegnare il mio difficile percorso di malattia è stato un desiderio fortissimo che è cresciuto dentro di me, mi ha dato coraggio ed energia. Attraverso la forza e l’immediatezza dell’immagine ho cercato di fermare dei momenti, suscitare emozioni e dare dei semplici consigli pratici per affrontare il periodo della malattia promuovendo un messaggio di speranza e di conforto.”
Con immenso piacere abbiamo esposto presso la Breast Unit di Poliambulanza un quadro del suo progetto artistico “Rifiorirai e sarai bellissima”, a sostegno delle nostre pazienti e come esempio nel trasformare un disagio psico-fisico in arte e rinascita.


Il progetto
Il racconto del tumore al seno, dalla scoperta alla guarigione, attraverso ciò che conosco meglio, l’arte. Sono una donna, un architetto, una mamma, con una diagnosi di malattia, un tumore al seno. Il turbamento, la disperazione, la difficoltà nell’affrontare le cure e l’intervento. Una cicatrice sulla pelle, nel cuore e nell’anima. La voglia di non essere solo la malattia, di tornare ad essere Elena. È da questa cicatrice che è nata l’idea di farne un disegno di fiori che sa di ritorno alla vita, di riscatto. Perché la mente è piena di pensieri, paure, sogni e desideri. Ed ecco che le matite hanno portato alla luce tutti i sentimenti vissuti e desiderati in una serie di disegni, che sono diventati una mostra itinerante e un libro. Una raccolta di disegni ad acquerello per raccontare e raccontarsi, un invito a reagire, a rifiorire. A testimonianza che da un evento traumatico può accadere qualcosa di positivo, un’opportunità di rinascita, di resilienza. La passione per il disegno si è trasformata in una fenice, in un modo per risorgere dalle ceneri, in un’immagine iconografica diventata subito riconoscibile, perfetta per essere un elemento grafico poetico, una figura da poter sviluppare e plasmare. Un mezzo busto caratterizzato da una cicatrice sul seno, ricoperta di fiorellini, che sostiene una testa “importante” all’interno della quale ho raffigurato, tra farfalle, monili e fiori variopinti, messaggi ed opportunità. Un contenitore di pensieri, di sogni, perché non ho mai smesso di sognare e continuo a farlo.
È arrivata la guarigione e la pandemia, sempre più motivata, ho ripreso nei lunghi mesi fatti di chiusure forzate e isolamento a disegnare e a credere tenacemente nel percorso intrapreso, nella forza della mia voce e nell’unicità del mio verbo artistico. La mano che guida l’estro si è rinnovata tela dopo tela e magicamente è cresciuta con me. Sono più energica, ho uno spirito diverso, una carica emotiva quasi esplosiva, una grandissima voglia di urlare al mondo sono tornata, sono guarita, sono viva. E le nuove tele desiderano soltanto esprimerlo. Le tavole parlano di colori, di gioia e d’amore, narrano la voglia di vivere, celebrano la ritrovata femminilità, oltre la “privazione”. Come un fiore sbocciato in primavera, dopo il grigio inverno della malattia, che si apre a nuove esperienze non solo grafiche, cromatiche e materiche. I timidi, seppur coloratissimi disegni ad inchiostro su carta cambiano formato, sono diventati tele dalle dimensioni importanti. Opere dove c’è ancora più ricerca, studio e manualità. Ho sperimentato e mi sono divertita con i colori acrilici, mescolando disparate tecniche e materiali che hanno dato tridimensionalità e profondità ai disegni.  Attraverso la carrellata delle mie teste fiorite non sono alla ricerca solo dell’emozione ma di un pensiero, di un veicolo per descrivere desideri e passioni. La cicatrice di fiorellini esibita è un messaggio di accoglienza e riconquista della più intima femminilità, oltre la paura di guardarmi allo specchio e di essere guardata.  Un linguaggio artistico completo fatto di luci, forme, colori e composizione. Un rapporto stilistico e grafico totale, una relazione con l’opera d’arte che coinvolge occhi, mente e cuore. Tavole espressive, dal linguaggio semplice, dove visione, tecnica, comprensione ed emozione agiscono contemporaneamente. Le teste parlano ancora di me, della mia crescita interiore ed esteriore, e raccontano di altre donne asiatiche, africane, femmine della quotidianità. Donne che si incrociano tutti i giorni per strada, dalla vita apparentemente normale ma che intimamente combattono come guerriere, come moderne amazzoni, la loro personalissima lotta al cancro. Donne che adorano sentirsi speciali tra gioielli, vestiti e i fiori. Regine del nostro tempo che hanno ancora tanta voglia di amare e di essere amate.