La sindrome dell’intestino irritabile è una condizione cronica caratterizzata da fastidio o dolore addominale ricorrente, associato a diarrea o stipsi, meteorismo e distensione addominale. Si tratta di una condizione benigna, di cui non è nota la causa scatenante e la cui terapia, pertanto, si basa esclusivamente sul controllo dei sintomi.
Ad oggi non si conosce un’unica causa scatenante, tuttavia sono noti alcuni fattori di rischio di natura psicosociale e/o fisiologica che possono contribuire all’insorgenza della sindrome dell’intestino irritabile.
FATTORI PSICOSOCIALI
FATTORI FISIOLOGICI
I sintomi della sindrome dell’intestino irritabile si manifestano in maniera ricorrente e ad intervalli irregolari.
I principali sono:
A questi talvolta si aggiungono sforzo alla defecazione, sensazione di urgenza o di incompleta evacuazione, emissione di muco.
Tra i sintomi extra-intestinali: facile affaticabilità, cefalea cronica, disturbi del sonno.
La diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile è clinica, si basa sui sintomi riferiti dal paziente e viene formulata solo in assenza di altre cause organiche o patologiche che possano giustificarli.
In presenza di segni d’allarme come età avanzata, perdita di peso, febbre, sangue nelle feci, anemia, è possibile che il medico prescriva ulteriori accertamenti quali:
La terapia per la sindrome dell’intestino irritabile ha lo scopo di alleviare i sintomi ed è adattata al singolo paziente sulla base della risposta individuale.
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