Forame ovale pervio, anomalia cardiaca

La sua pervietà è una anomalia che interessa una persona su quattro e che solitamente, non è pericolosa.  In taluni casi, può predisporre e portare all’ischemia celebrale o a lesioni periferiche ad organi.
Le conseguenze più gravi si originano quando i microtrombi, che normalmente possono formarsi nel sistema venoso, arrivano al sistema arterioso tramite questo passaggio rimasto aperto e provocano la chiusura acuta di un vaso.

Il forame ovale pervio non genera sintomi, se non quando insorgono lesioni ischemiche, ciò rende difficile la prevenzione e la diagnosi. In alcuni casi l’unico sintomo può essere una cefalea/emicrania che insorge in giovane età e che è difficilmente controllabile con la terapia. Ischemie cerebrali in giovane età si associano frequentemente alla presenza di forame ovale pervio; con il crescere dell’età le cause di ischemia cerebrale divengono più facilmente legate ad aritmie come per esempio la fibrillazione atriale.

Nella maggior parte dei casi si può diagnosticare il forame ovale pervio solamente in seguito a ischemia celebrale, tramite risonanza magnetica cerebrale, in quanto non è sufficiente una semplice ecografia al cuore. 
Solamente il bubble test, ecocardiogramma con iniezione venosa di soluzione salina, può riscontrare questa anomalia congenita con buona precisione.
Un’altra metodica per indagare il forame ovale pervio è il doppler transcranico. In questo modo è possibile confermare la presenza di un passaggio di sangue dal sistema venoso a quello arterioso, senza, però, evidenziarne la sede. 

I casi di forame ovale pervio con predisposizione al passaggio, per evitare che i microtrombi raggiungano il cervello e provochino un ictus, è necessario chiudere questo passaggio attraverso un intervento mininvasivo transcatetere che si esegue con una puntura venosa femorale da parte di un cardiologo interventista. L’intervento, di norma, si esegue solo dopo un evento ischemico.