Area Oncologica

Counseling nutrizionale

Le attività di counseling nutrizionale svolte presso l'Unità Operativa di Oncologia di Fondazione Poliambulanza hanno l'obiettivo di analizzare le condizioni di nutrizione del paziente oncologico e predisporre percorsi personalizzati in grado di assecondare le esigenze della persona in risposta ai trattamenti effettuati.

Malnutrizione nei pazienti oncologici

Più del 50% dei pazienti oncologici mostra al momento della diagnosi segni di malnutrizione, ovvero una condizione di carenza o eccesso di nutrienti.
Problema che, durante il trattamento oncologico, si sviluppa in circa il 30% dei pazienti a causa degli effetti collaterali del trattamento e dell'evoluzione della malattia.

L’importanza di una buona nutrizione nei pazienti oncologici

È dimostrato che gli individui con un peso normale, una buona nutrizione e una condizione fisica adeguata tollerano meglio i trattamenti oncologici, si riprendono più rapidamente dopo un intervento chirurgico e hanno una minore incidenza di complicanze.
Numerosi studi, inoltre, hanno confermato che mantenere un adeguato apporto nutrizionale migliora la sopravvivenza, anche in assenza di trattamenti oncologici.

Il Counseling Nutrizionale

Le linee guida internazionali ESPEN (Società Europea di Nutrizione Artificiale e Metabolismo) raccomandano una valutazione nutrizionale precoce, chiamata "counseling", per tutti i pazienti oncologici. Questo è particolarmente importante per i pazienti con patologie del tratto gastrointestinale, che spesso manifestano perdita di peso e tossicità correlata ai trattamenti.

Il percorso onco-nutrizionale in Fondazione Poliambulanza

Nell'ambito dell’Unità Operativa di Oncologia di Fondazione Poliambulanza, è stato sviluppato un percorso che valuta lo stato nutrizionale dei pazienti da vari punti di vista, tra cui misurazioni antropometriche, valutazioni cliniche e aspetti psicologici. Questi fattori sono tutti cruciali per sviluppare un piano di cura e supporto adeguato.

Il primo accesso
Il paziente che deve essere sottoposto ad un trattamento farmacologico in day hospital presso l’Oncologia Medica di Poliambulanza, al primo accesso viene valutato sia in merito alla terapia, che dal punto di vista nutrizionale.
Durante questa visita si analizzano le misure antropometriche e si effettua lo screening nutrizionale.
In base all’esito di tale screening, o su richiesta del medico oncologo, il paziente viene indirizzato alla biologa-nutrizionista, la dott.ssa Alessandra Manno, per valutare l’esecuzione di altre misurazioni antropometriche specifiche (le abitudini alimentari e le esigenze calorico-nutrizionali) attraverso i parametri raccolti, i risultati degli esami ematochimici e le indicazioni terapeutiche fornite dall’oncologo.
Successivamente viene valutata l’appropriatezza della dieta in atto e, se necessario, consigliate le opportune modifiche (igiene alimentare, consigli su tempistiche e modalità di assunzione del cibo, integrazione di macronutrienti e/o micronutrienti, dieta personalizzata sul paziente con l’obiettivo di migliorare con l’alimentazione anche gli effetti collaterali delle terapie oncologiche), tra cui l’eventuale integrazione con supplementi nutrizionali orali.
In accordo con le indicazioni si provvede poi alla prescrizione territoriale di ONS e alla prescrizione e valutazione di una possibile nutrizione enterale o parenterale. 

Le visite di controllo
Il paziente viene rivalutato ogni 7-15 giorni in base alle esigenze riscontrate, fino al raggiungimento dell’obiettivo prefissato in termini di intake giornaliero e peso corporeo.
Le rivalutazioni successive sono indicate dal medico oncologo a seconda delle esigenze contingenti al percorso terapeutico del paziente o su richiesta dello stesso.

I tumori del tratto gastrointestinale

Il percorso onco-nutrizionale è molto importante e viene adottato in tutti i pazienti oncologici, specialmente nelle persone affette da tumori del tratto gastrointestinale, dove la percentuale di malnutrizione è particolarmente alta.
Circa il 70% dei pazienti con tumore al pancreas, ad esempio, perde significativamente peso alla diagnosi (oltre il 10% del peso abituale) e il mantenimento di un adeguato apporto nutrizionale è critico nel periodo di recupero, per la sopravvivenza durante il trattamento e nelle fasi precedenti e successive all'intervento chirurgico.

La gestione della perdita di peso

La perdita di peso porta a una diminuzione precoce della massa muscolare, riduce la tolleranza ai trattamenti oncologici e può causare una minore risposta alla terapia. Può anche provocare squilibri elettrolitici, ritardo nella ricostituzione delle cellule del sangue e un rinvio nei trattamenti, aumentando i sintomi come stanchezza, depressione e riduzione della qualità della vita. Nel lungo termine, la perdita di peso può peggiorare la sopravvivenza, per questo motivo prevedere un percorso nutrizionale fin dalla diagnosi è molto importante e influisce sulla qualità di vita.

Attenzione anche all’obesità

Nonostante la malnutrizione in difetto sia un problema, il 60% della popolazione generale è attualmente obeso. L'obesità è una condizione che può portare a gravi complicanze se sottovalutata:

  • aumenta il rischio di tumori come quello del colon o della mammella
  • contribuisce all'infiammazione e all'insulino resistenza, aumentando il rischio di diabete e della sindrome metabolica
  • può portare a squilibri ossei. La terapia ormonale utilizzata nel tumore della mammella, ad esempio, può causare accumulo di grasso, ipercolesterolemia e riduzione della densità ossea.

Sarcopenia, la perdita di massa muscolare

La mancanza di attività fisica e la perdita di massa muscolare, conosciuta come sarcopenia, sono problemi comuni sia tra i pazienti sottopeso che tra quelli obesi. Terapie aggiuntive come il cortisone possono peggiorare la sarcopenia, che a sua volta influisce negativamente a livello prognostico.

Pertanto, è chiaro che il counseling nutrizionale, l'educazione alimentare e l'attività fisica possono migliorare la tolleranza ai trattamenti oncologici e potenziarne l'efficacia, contribuendo così a migliorare la sopravvivenza dei pazienti.