Il ciclo mestruale è un periodo di tempo, normalmente di 28 giorni, che va dal primo giorno di sanguinamento fino al giorno antecedente l’inizio del ciclo successivo. In questo lasso di tempo il corpo della donna attraversa tre fasi, ciascuna caratterizzata da attività ormonali specifiche, destinate a renderlo fertile alla fecondazione:
Durante la fase ovulatoria il corpo femminile si prepara alla liberazione dell’ovulo maturo dal follicolo, evento che avviene indicativamente a metà di ogni ciclo mestruale, verso il 14° giorno, quando l’ipofisi rilascia una maggiore quantità di ormone luteinizzante che provoca il distacco.
L’ovulazione è un evento istantaneo ma la fertilità dura 2-3 giorni poiché sia gli spermatozoi che gli ovuli rimangono attivi per circa 72 ore.
La fase luteinica, detta anche fase post-ovulatoria, dura mediamente 13 giorni, e va dal 15esimo al 28esimo giorno del ciclo. In questa fase l’ovaio produce ormoni estrogeni e progesterone, interviene nella trasformazione dell’endometrio in un tessuto adatto funzionalmente ad accogliere un eventuale ovulo fecondato. Quando si parla di sindrome premestruale la donna si trova nella fase luteinica.
In caso la fecondazione non avvenisse o non andasse a buon fine l’utero si libererà dei tessuti di cui si era donato, che sfaldandosi vengono espulsi attraverso la vagina, determinando il sanguinamento, chiamato mestruazione.
Si parla di alterazione del ciclo mestruale quando le fasi del ciclo si discostano da una situazione considerata normale e quindi efficiente per la fecondazione.
Si possono riscontrare delle anomalie legate alla durata e alla frequenza, quando la fase mestruale si presenta in modo irregolare. La durata media della fase mestruale va dai 4 ai 5 giorni, ma nella popolazione femminile si registrano variabilità di durata dai 3 agli 8 giorni.
In merito alla cadenza se le mestruazioni ritardano si parlerà di oligomenorrea, se anticipano di polimenorrea. In caso di assenza di mestruazioni si potrà diagnosticare un’amenorrea.
Il ciclo può rivelarsi anomalo per quantità di sangue rilasciato: in presenza mestruazioni scarse parleremo di ipomenorrea; in caso di mestruazioni abbondanti di ipermenorrea.
In caso si verificassero delle perdite di sangue al di fuori della fase mestruale potremo parlare di menometrorragie (perdite tra i cicli e mestruazioni lunghe).
La sintomatologia più frequente e diffusa è la dismenorrea, ovvero il dolore che accompagna la fase mestruale del ciclo.
Le alterazioni mestruali sono principalmente causate da squilibri ormonali.
Gli ormoni sono sostanze prodotte dal corpo per trasmettere segnali da una cellula/gruppo di cellule a un'altra cellula/gruppo di cellule, con il compito di regolare il metabolismo e l'attività di tessuti e organi dell'organismo stesso. Si può essere in presenza di squilibri a livello di ormoni sessuali quali estrogeni e progesterone, di ormoni ipofisari quali FSH e LH o di ormoni tiroidei che comunque influenzano la fertilità, generando ipertiroidismo o ipotiroidismo.
Possono essere numerose le ragioni per cui si determina uno squilibrio ormonale all’interno dell’organismo. Forti e repentini dimagrimenti, stress emotivo, grande affaticamento sono tra queste.
Inoltre l’alterazione mestruale può essere il sintomo di una patologia più grave.
Tra queste la più diffusa è la sindrome dell’ovaio policistico, causa di infertilità femminile legata all’assenza di ovulazione.
Variazioni in quantità, qualità, ritmo e durata delle mestruazioni si possono accompagnare a dolore, alterazione dell'umore, debolezza, anemia a seconda dell'anomalia che accompagnano.
Le alterazioni del ciclo mestruale non sono sempre indice di un malfunzionamento dell'organismo e piccole variazioni tra un ciclo e l'altro possono essere considerate nella norma, soprattutto se nei primi anni dell’adolescenza oppure nel periodo che precede la menopausa, la cosiddetta perimenopausa.
In presenza di alterazioni importanti è consigliato sottoporsi ad una visita ginecologica e ad esami specifici.
Tra gli accertamenti meno invasivi ci sono l’analisi del sangue e dei dosaggi ormonali, volti a stabilire se vi sono alterazioni con conseguente inibizione dell'ovulazione o irregolarità/ assenza di mestruazioni. Gli ormoni analizzati sono:
Si tratta di analisi che generalmente vengono prescritte dal medico quando la donna sta cercando di avere un bambino e, dopo più di un anno, se questo non arriva o nel caso di irregolarità mestruali, di ciclo doloroso o di mancanza di mestruazioni (chiamata amenorrea) o, ancora, nel caso si sospetti iperandrogenismo, cioè una eccessiva produzione di ormoni maschili rispetto a quelli femminili.
Il trattamento consigliato dallo specialista dipenderà dalla tipologia e causa dell’alterazione.
In presente di dismenorrea (ciclo doloroso) si potranno prescrivere dei farmaci antinfiammatori per lenire il dolore.
In presenza di anemia derivante da ipermenorrea (mestruazione abbondante) sarà utile assumere del ferro.
La pillola contraccettiva, mettendo a riposo l’ovaio, favorisce un riequilibrio ormonale e consente di ridurre o annullare i sintomi legati alle alterazioni del ciclo.
In caso di squilibri ormonali e di altre patologie, lo specialista, dopo gli opportuni accertamenti, indicherà la terapia più adatta, che potrà essere farmacologica o chirurgica.
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