Il tumore dell’endometrio origina nel tessuto che ricopre la parte interna dell’utero, chiamato appunto endometrio, a causa di una degenerazione delle cellule che lo costituiscono. Tra tutti i tumori dell’utero, quello dell’endometrio è il più frequente e la sua incidenza, in continuo aumento, è correlata all’innalzamento dell’età media: la malattia si manifesta infatti principalmente nelle donne che hanno superato i 60 anni e solo nel 20% dei casi prima della menopausa.
Le cause del tumore dell’endometrio non sono ancora chiare, ma sono stati evidenziati alcuni fattori di rischio. I principali sono:
Tra gli altri fattori di rischio figurano la familiarità per il cancro della mammella, dell’ovaio e del colon-retto e l’ipertensione (patologia peraltro correlata all’obesità).
A differenza di altri tumori ginecologici, i sintomi del tumore dell’endometrio sono piuttosto evidenti fin dai primi stadi della malattia. Questo è sicuramente un aspetto positivo perché tanto prima si manifestano i sintomi, tanto è più facile avere una diagnosi precoce.
Il sintomo del tumore dell’endometrio più frequente è rappresentato dalla presenza di perdite ematiche, ovvero da sanguinamenti, durante la menopausa, oppure da perdite ematiche abbondanti o atipiche prima della menopausa. A tali perdite si può talvolta associare leucorrea, ovvero perdite vaginali biancastre spesso di cattivo odore. Nelle fasi più avanzate la malattia si può infine manifestare anche con dolore pelvico.
A differenza di quanto accade con il cancro della cervice uterina, per cui si consiglia alle donne di eseguire periodicamente il pap test, per la diagnosi di tumore dell’endometrio non esiste un test di screening. Essa si esegue principalmente con due strumenti: la sonoisterografia e l’isteroscopia diagnostica.
Il trattamento più frequente in caso di tumore dell’endometrio è di tipo chirurgico e consiste nell’asportazione dell’utero (isterectomia), delle ovaie e delle Tube di Falloppio; tale asportazione viene generalmente eseguita con tecnica laparoscopica associata a tecnica robotica.
La laparoscopia è un approccio mini-invasivo che consente al chirurgo di raggiungere la zona da trattare, in questo caso l’utero, senza aprire l’addome ma tramite 3-4 piccoli fori. L’efficacia dell’intervento è la stessa dell’approccio tradizionale, ma i benefici per le pazienti sono diversi, dal decorso post-operatorio più breve al minor impatto estetico permesso dalle piccole cicatrici.
Radioterapia e chemioterapia vengono talvolta somministrate dopo l’intervento come terapie adiuvanti.
Quando una paziente è molto giovane è possibile in alcuni casi prevedere una terapia che non comprenda la rimozione dell’utero.
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