La biopsia cerebrale consiste in un breve intervento chirurgico in cui si preleva una ridotta quantità di tessuto patologico, che viene poi valutato in un laboratorio di anatomia patologica. Lo scopo dell’intervento è di arrivare a definire la diagnosi del paziente che presenta una neoplasia o un'alterazione grave del tessuto cerebrale. Per quanto gli esami neuroradiologici, e in particolare la RM encefalo con spettroscopia, consentano oggi di ipotizzare frequentemente una diagnosi corretta, l’accertamento istologico con una biopsia è comunque indispensabile per poter chiarire esattamente la diagnosi e avviare poi il paziente al trattamento terapeutico più corretto. Di solito vengono sottoposti a biopsia i pazienti che presentano una neoplasia in un’area del cervello non operabile oppure quando la lesione è molto estesa o le condizioni generali del paziente controindicano l’intervento. In rari casi, quando la diagnosi è effettivamente molto incerta, il paziente può essere prima sottoposto a biopsia e poi all’intervento chrurgico di rimozione della lesione.
Esistono due tipi di biopsia cerebrale (che a differenza di quanto avviene in altri organi sono comunque interventi chirurgici e non semplicemente esami invasivi):
La biopsia cerebrale, in particolare quella stereotassica, viene eseguita spesso in anestesia locale e blanda sedazione senza necessità di una anestesia generale. E’ previsto un breve ricovero; per quanto sia una procedura poco invasiva si possono comunque riscontrare alcuni rischi tra i quali: infezioni o sanguinamento nel punto in cui è stato prelevato il tessuto.
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